Nazione Nulli Glauco Gerolamo

Grado Aspirante Ufficiale

Mostrina  11ª / 59° Brigata Calabria

Ritratto

Nato il 4 agosto 1895 a Barzanò (CO)

Morto il 22 maggio 1917 sul Piccolo Colbricon

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

Comandante di un ridottino, accerchiato ed attaccato da forze nemiche superiori, dava bell’esempio di coraggio e di sentimento del dovere. Benché rimasto con pochi superstiti, all’intimazione di resa, rispondeva con scariche di fucileria e di bombe, finché cadeva colpito a morte.
Colbricon, 22 maggio 1917

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

La Signora Adalgisa, moglie dell’avvocato milanese Raffaele Nulli, il 4 agosto del 1895 mette al mondo Glauco, il suo secondogenito. Si trova in quei giorni, col marito e la figlioletta a Barzanò, sulle colline tra l'Adda ed il Lambro, dove trascorre un periodo di villeggiatura per sfuggire alla opprimente calura cittadina. Quando, rientrati a Milano lo battezzano, al primo nome i genitori aggiungono anche quello di Gerolamo, in onore del nonno paterno che aveva combattuto, nel marzo del 1849, contro i croati di Haynau nelle dieci giornate di Brescia, quelle che valsero alla città l’appellativo di “Leonessa d’Italia”.
A Milano Glauco compie gli studi elementari e successivamente, alla Regia Scuola Tecnica Industriale “Barnaba Oriani”, consegue la licenza. Passa quindi allo studio delle lingue straniere e delle discipline commerciali in Svizzera, prima all’Istituto Internazionale di Langnau, nei pressi di Berna, e poi all’Istituto Bühler a Zurigo.
Nell’ottobre del 1914, appena diciannovenne, viene assunto come addetto alla corrispondenza estera presso la sede milanese della Banca Commerciale Italiana e nello stesso periodo, da appassionato calciatore, gioca nella squadra del “Milan Cricket and Football Club” (Associazione sportiva nata il 16 dicembre 1899 a Milano, Hotel du Nord oggi Principe di Savoia su iniziativa di sportivi italiani ed inglesi). Nel gennaio del 1915 lascia la famiglia, il lavoro ed i suoi impegni agonistici per la chiamata alle armi. Parte come soldato nell’82° reggimento di fanteria, ma per le sue conoscenze linguistiche viene impiegato presso il Comando Supremo. Nel 1916 passa al 215° reggimento col quale, nel settembre del 1916, combatte nelle sanguinose azioni di Cima Bocche dove, tra il luglio e l’agosto dell’anno precedente, le truppe italiane avevano già tentato la conquista risalendo la valle dai laghi di Lusia. Nonostante i numerosi varchi praticati nei fili spinati, le difese austriache avevano resistito e la brigata “Tevere” era stata respinta con gravi perdite. Ora, in quei giorni d’autunno, gli attacchi si stavano rivolgono, dal costone sud orientale della cima, verso il cosiddetto “Osservatorio”, al bivio per la Forcella Juribrutto, e spingendosi fin quasi sotto cima Bocche. Sopraggiungono però improvvise, le basse temperature e le tormente di neve ed a quota 2.560 Glauco presta servizio di vedetta per dodici giorni consecutivi patendo il freddo e la fame. Per il suo encomiabile atteggiamento ed in considerazione dei suoi titoli di studio, lo propongono per il corso ufficiali, ma per un grave congelamento ai piedi, viene prima inviato all’Ospedaletto da campo di Falcade. Dopo solo tre giorni, di sua volontà, si sottrae alle cure mediche per raggiunge il plotone degli allievi ufficiali presso il castello di Buchenstein nell’alta valle del Cordevole. A fine corso viene quindi assegnato all’81° fanteria presso il quale, in zona Marmolada, si mette in evidenza alla testa di una squadra di avamposti, opponendosi all’attacco a sorpresa di una pattuglia di sciatori austriaci. Ottenuta una licenza premio, trascorre qualche settimana in famiglia ed a Milano, presso l’ospedale militare “Santa Corona”, ha modo di curare un po’ meglio le sue piaghe da congelamento. Nonostante un dito del piede che, non ancora guarito, gli causa dolore e menomazione, il 17 marzo del 1917 ritorna in linea, ora assegnato al 59° reggimento di fanteria della Brigata Calabria. Il 6 maggio è a Fiera di Primiero, qualche giorno più tardi a San Martino di Castrozza e quindi alla “ridotta A” di quota 2.147 sul Colbricon, a pochi metri dagli avamposti austriaci.
Nella notte tra il 21 e il 22 maggio, alla testa del suo plotone ridotto ad una ventina di uomini, l’aspirante Glauco Nulli muore colpito dall’esplosione di una bomba a mano nel tentativo di salvare la posizione da lui presidiata.

Glauco NulliGlauco Nulli
Glauco Nulli