Attacchi italiani sui Costoni del Col di Lana
16-19 luglio 1915
L'aver intaccato le prime difese sul Costone Castello spinse i comandi italiani a tentare azioni in
altre direzioni. Nel tardo pomeriggio del 16 luglio vennero portati sul Costone di
Agai due pezzi di artiglieria. Alle 24 furono postati a circa 60 metri dalle trincee austriache del
Pulpito di Ciadinei (Kanzelgraben) e con pochi colpi ad alzo zero scacciarono il presidio
austriaco, tanto che alle 13 del 17 luglio 15 uomini del 52°
Alpi vi possono entrare indisturbati. Ma verso sera
squadre di jäger coperti dal fuoco del s.ten. Gieseler appostato sulla Pala de Lom, riprendono la
posizione.
Il giorno dopo (18 luglio) la posizione (nota in guerra come Panettone o
Infanteriestellung) venne rinforzata da due plotoni di jäger germanici (agli ordini dei ten.
Wundram e Podziadlj) oltre a 60 Standschützen di Marebbe ed una sezione mitragliatrici tedesca con
tre armi. Nel tardo pomeriggio i bersaglieri della Ridotta La Marmora aprono il fuoco contro il
fianco sinistro della posizione causando 1 morto e 2 feriti; anche l'artiglieria italiana battè per
tre ore consecutive la posizione ma con scarso esito. Nella notte vento e pioggia, poi al mattino
la nebbia: gli italiani tentano un attacco di sorpresa ma vengono respinti dal serg. Batterman con
la sua squadra di 8 jäger.
Nel corso della giornata del 19 luglio, dopo due ore di preparazione di artiglieria,
alcune compagnie del 52° sferrano un attacco ma vengono individuati ed arrestati. I difensori
tedeschi ebbero 13 morti e 13 feriti, ma da parte italiana il IV/52° lasciò sul campo 107 morti e
431 feriti.
Fallito anche questo attacco, gli italiani provvedono alla sistemazione della linea ed
all'avvicendamento dei reparti; per tale motivo le azioni subirono una battuta d'arresto di circa
10 giorni. Gli austro-tedeschi ne approfittarono per rinforzare la posizione più esposta
(Infanteriestellung). I lavori, effettuati dalla 102ª compagnia del Genio (ten. Schneider)
risultarono di grande utilità: furono scavati, in profondità, due nuovi trinceroni con i bordi
protetti da sacchetti di sabbia e da una ventina di scudi metallici e migliorati i camminamenti;
furono anche sistemate sul davanti dei reticolati delle mine d'allarme collegate a sottili fili
metallici d'inciampo, che esplodevano al minimo urto.
Il Panettone o Infanteriestellung (Arch. Morell)
Ai primi di agosto la 18ª Divisione italiana riprese i suoi attacchi contro i costoni
di Agai e Salesei. Il 2 agosto il II/60° Calabria
(7ª ed 8ª compagnia contro il lato sinistro, la 5ª e la 6ª contro il lato destro) muove contro il
Panettone (Infanteriestellung) mentre il III/52° contro il Cappello di Napoleone (Felsenwache); a
destra il XVIII/3° bersaglieri svolge azione
dimostrativa. Il III/52° (t.col. Garibaldi)
si spinge fin sotto un fortino austriaco, ma viene fermato. Dall'altra parte la 5ª/60° riesce a
penetrare sul lato destro della trincea austriaca, dove l'artiglieria ha aperto alcuni varchi e
costretto le sentinelle ad abbandonare le posizioni. Il presidio austriaco nella posizione è
costituito da 2 plotoni della 1ª/II Jäger bavaresi, 40 tra standschützen di Marebbe e gendarmi e 3
mitragliatrici. Nella notte sul 3, 15 uomini del serg. Histing ristabiliscono la
situazione:
"Ci lanciammo verso la trincea occupata dagli italiani e ci attestammo ad una decina di metri da
essa. Ad un mio fischio effettuammo un contemporaneo lancio di bombe a mano (ne avevamo 5 per
ciascuno). Qualche attimo dopo un secondo fischio e volarono altre bombe. Dopo il terzo lancio
penetrammo nella trincea, catturando una decina di prigionieri di cui 4 feriti. I rimanenti 10
erano stati uccisi dalle violente esplosioni."
Alle prime luci dell'alba una trentina di italiani (del III/52°) viene fermata nel suo tentativo di
raggiungere la cima proprio dal presidio del serg. Histing. Ma l'artiglieria italiana inizia a
battere la posizione, con il concorso di un pezzo da 210 che si è aggiunto in serata. Il
bombardamento dura fino alle 15.30, quando le truppe italiane riprendono la salita:
"Gli italiani avanzavano strisciando sul terreno, usufruendo delle numerose buche lasciate dagli
scoppi per defilarsi alla nostra vista. Noi lanciammo le prime bombe a mano giù lungo il pendio e,
quando queste esplodevano, udivamo le urla dei feriti e le grida degli ufficiali che incitavano i
loro uomini a non sbandarsi."
Gli italiani piazzano un cannoncino al margine della boscaglia, ed una mitragliatrice su un'altura
a circa 15 metri dalla posizione austriaca; cadono il serg. Braun ed il serg. Rosch che era accorso
in difesa con un mezzo plotone che stava di riserva. Al calar della notte giungono rinforzi più
consistenti, al comando del serg. Neckermann (detto lo "spauracchio del Col di Lana"). Durante la
notte un contrattacco austriaco guidato dal magg.
Bauernschmitt (comandante del settore) e con
forze equivalenti ad una compagnia, riesce a recuperare le posizioni perdute.
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