Emergenze a Punta Berrino
Gennaio-Aprile 1916
Da parte austriaca non vi fu mai l'intenzione di impossessarsi di Punta Berrino in quanto troppo
esposta da tutti i lati, ma piuttosto l'obiettivo era quello di scacciare gli italiani. Le varie
azioni che si susseguirono, sono così ricordate dal
Burtscher:
"II 22 gennaio, previo bombardamento con tre lanciamine, l'alfiere Nyarady penetrò di soppiatto
con dieci soldati nella posizione e diede fuoco egli stesso a una carica esplosiva. La posizione
non era occupata dagli Italiani. È pur vero che lo scoppio non dovette cagionare danni rilevanti,
perché il nemico aveva a quel tempo il suo ricovero, seppur inadeguato, a una certa profondità
proprio sotto il posto di vedetta.
Per l'impresa del 22 febbraio, si erano volontariamente offerti kaiserjaeger e artiglieri in gran
numero. Vi presero parte anche parecchi ufficiali, fra cui gli alfieri d'artiglieria Meisnitzer e
il dottor Hauser, inoltre l'alfiere Peisser e il sottotenente d'artiglieria Gottinger; quest'ultimo
aveva il comando dell'operazione. La pattuglia s'appressò inosservata alla posizione nemica, difesa
da un plotone del btg. Belluno agli ordini del sottotenente
Allais, ma venne tosto bersagliata
violentemente. L'alfiere Meisnitzer e un cannoniere ricevettero tali ferite da non poter più essere
riportati indietro, mentre gli altri, malgrado la veemenza del tiro avversario, fecero ritorno
incolumi.
Alla fine di marzo e nella notte dal 7 all'8 aprile, altre pattuglie austriache s'avvicinarono
furtivamente a questa posizione.
Il 13 aprile, il capitano von Raschin
ricevette l'ordine d'impossessarsi della stessa; sennonché egli obiettò che non sarebbe stato
possibile mantenere la posizione, in quanto essa era esposta da tre lati al fuoco nemico.
Il 6 maggio, l'alfiere Gusel della 4ª compagnia del Landsturmbataillon III iniziò un attacco contro
la posizione, dopo averla fatta bombardare con un lanciamine.
Il 19 maggio, gli Italiani ripristinarono le difese distrutte ed esposero in pari tempo, ben
visibile, una tabella sulla quale si poteva leggere la frase in tedesco: 'Bitte, nicht zerstoeren!'
(Si prega di non distruggere). Alla fine di maggio, l'alfiere Mumelter condusse una pattuglia a un
combattimento con bombe a mano contro la Punta Berrino-Oellacher."
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