I preparativi italiani
9 Luglio 1916
Dopo la caduta di Fontananegra la situazione in Val Travenanzes divenne critica per gli austriaci:
ma per loro fortuna gli italiani attesero quasi 48 ore prima di far saltare il Castelletto.
In quell'intervallo il ten. Greil (Landstürmkompanie 1/III) ed il s.ten.
Sild presero disposizioni per impedire
agli italiani la penetrazione verso il Masarè. Anche il cap.
Raschin accorse sul posto ed il s.ten.
Anschober (Alpinen Detachement N.2) occupò nuove linee e rinforzò il posto Lauer.
La sera del 9 luglio venne richiamato dal Lagazuoi l'Alpinen Detachement N.1 che riprese le sue posizioni presso q.1780 e sulla Tofana III. Il kampfegruppe Fleck (Alpinen Detachement N.1) passò alle dipendenze del cap. Raschin. Il settore del Lagazuoi venne affidato al magg. Andres (167° Landstürm). Vennero inoltre rinforzati i presidi della II e III Guglia del Castelletto.
La mattina del 10 luglio, al Castelletto, gli ufficiali degli alpini sotto la direzione del cap. Rodari delineano il piano d'attacco:
- il grosso della 77ª più un plotone della 106ª subito dopo lo scoppio della mina devono risalire il canalone centrale;
- i minatori, guidati da Malvezzi, Rodari e Cadorin attraverso la galleria elicoidale si devono portare sul cratere; la pattuglia del s.ten. Cavalli deve risalire il Camino dei Cappelli, girare a sinistra e, sfruttando una cengia, collegarsi con la 77ª;
- dallo Scudo 20 uomini scelti della 77ª devono percorrere il costone tra lo Scudo stesso e la Testata del Camino dei Cappelli per poi calarsi con le corde sulla posizione austriaca;
- dalla cima del Camino Vallepiana due squadre di Volontari Feltrini si devono mettere in situazione tale da poter battere i rovesci delle posizioni austriache.
Sia Malvezzi che l'ufficiale addetto agli avamposti rilevano il valore tattico del costone della Tofana, ma comunque si appostano nella galleria elicoidale per far saltare l'ultimo sottile diaframma, occupare la posizione austriaca e segnalare l'avvenuta occupazione mediante lancio di razzi rossi.
La sera del 10 luglio giungono anche il cap. Cajani ed il magg. Neri, il quale si offre di dirigere l'intera operazione.
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