Alberti Mario
Sottotenente
60° Brigata Calabria
Nato il 19 luglio 1890 a Blera (VT)
Morto il 2 agosto 1915 sul Col di Lana
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Mario Alberti nasce a Bieda in provincia di Roma[1] il 19 luglio del 1890.
Suo nonno, Francesco, si era battuto a Vicenza ed a Venezia[2] nella guerra di indipendenza del
1848 e suo padre Alberto, applicato comunale, avendo fatto parte di una banda musicale durante il
servizio militare, nel 1889 era stato nominato direttore del "Concerto Blerano".
Dopo aver conseguito la licenza ginnasiale, Mario si iscrive alla scuola normale di Velletri da
dove, a venti anni, esce maestro elementare. Oltre a dedicarsi all'insegnamento, Mario affianca suo
padre come vice direttore della banda musicale e dirige nel contempo la Filodrammatica e la società
sportiva del suo paese.
Arruolatosi come allievo ufficiale di complemento, a ventun anni mette le spalline da sottotenente
ed ultimato il servizio militare, ritorna al paese a fare l'insegnante e ad occuparsi della
"Vigor", la società sportiva in cui raccoglie giovani dai 12 ai 18 anni d'età.
Alla dichiarazione di guerra Mario Alberti è l'unico ufficiale di Bieda a partire per il fronte.
Col 60° reggimento di fanteria della Brigata Calabria, nel giugno del 1915 si trova in alta Val
Cordevole in attesa di essere impiegato con i suoi uomini in zona Col di Lana.
"Io sto veramente bene, d'animo soprattutto; - scrive a casa - i miei soldati mi amano veramente
e uno di essi pochi giorni fa, mi diceva, mente tutti gli altri assentivano con trasporto: non
abbiate timore, che, se c'é pericolo, noi ci metteremo sempre davanti a voi, e vi proteggeremo coi
nostri corpi".
Pochi giorni più tardi hanno inizio le operazioni d'attacco agli sbarramenti austriaci ed il 28
luglio i due reggimenti della Calabria sono impegnati sul costone di Salesei. Il 2 agosto
riprende l'avanzata ed il II/60° occupa una trincea nemica sul "Panettone" del Col di Lana. Durante
quell'attacco il sottotenente Alberti, guidando con coraggio la sua squadra, viene colpito da una
raffica di colpi, ma ciò nonostante continua ad incitare i suoi fanti ad avanzare. Prima dell'alba,
all'età di venticinque anni, Mario Alberti muore chiedendo notizie a chi lo sta assistendo,
sull'esito della battaglia.
L'encomio solenne che gli sarà attribuito, non riuscirà comunque a lenire il dolore e lo sconforto
della sua famiglia[3]:
"Guidò con ardimento il proprio reparto contro le trincee dell'avversario. Gravemente ferito, non
cessò d'incorare i propri dipendenti, dimostrando fermezza ed alto senso del dovere. Col di Lana, 2 - 3
agosto 1915."
A lui sarà intitolata la Banda musicale del suo paese.
NOTE
[1] L'attuale Blera, oggi in provincia di Viterbo.
[2] Agli ordini di Giovanni Durando, comandante dell'esercito di Pio IX, 7.000 soldati pontifici erano penetrati in Veneto a copertura di Venezia. Dopo il ripensamento del Papa, deciso a ritirare le sue truppe, in molti passarono come volontari nelle file dell'esercito di Carlo Alberto.
[3] Suo padre si era nel frattempo malato e suo fratello Giovanni,
tre anni più giovane di lui, s'era arruolato all'età di vent'anni come allievo ufficiale di complemento.
Col grado di sottotenente era stato aggregato al 70° fanteria della brigata
Ancona e all'inizio del
conflitto si trovava distaccato in Val Visdende.
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Nato il 19 luglio 1890 a Blera (VT)
Morto il 2 agosto 1915 sul Col di Lana
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Mario Alberti nasce a Bieda in provincia di Roma[1] il 19 luglio del 1890.
Suo nonno, Francesco, si era battuto a Vicenza ed a Venezia[2] nella guerra di indipendenza del
1848 e suo padre Alberto, applicato comunale, avendo fatto parte di una banda musicale durante il
servizio militare, nel 1889 era stato nominato direttore del "Concerto Blerano".
Dopo aver conseguito la licenza ginnasiale, Mario si iscrive alla scuola normale di Velletri da
dove, a venti anni, esce maestro elementare. Oltre a dedicarsi all'insegnamento, Mario affianca suo
padre come vice direttore della banda musicale e dirige nel contempo la Filodrammatica e la società
sportiva del suo paese.
Arruolatosi come allievo ufficiale di complemento, a ventun anni mette le spalline da sottotenente
ed ultimato il servizio militare, ritorna al paese a fare l'insegnante e ad occuparsi della
"Vigor", la società sportiva in cui raccoglie giovani dai 12 ai 18 anni d'età.
Alla dichiarazione di guerra Mario Alberti è l'unico ufficiale di Bieda a partire per il fronte.
Col 60° reggimento di fanteria della Brigata Calabria, nel giugno del 1915 si trova in alta Val
Cordevole in attesa di essere impiegato con i suoi uomini in zona Col di Lana.
"Io sto veramente bene, d'animo soprattutto; - scrive a casa - i miei soldati mi amano veramente
e uno di essi pochi giorni fa, mi diceva, mente tutti gli altri assentivano con trasporto: non
abbiate timore, che, se c'é pericolo, noi ci metteremo sempre davanti a voi, e vi proteggeremo coi
nostri corpi".
Pochi giorni più tardi hanno inizio le operazioni d'attacco agli sbarramenti austriaci ed il 28
luglio i due reggimenti della Calabria sono impegnati sul costone di Salesei. Il 2 agosto
riprende l'avanzata ed il II/60° occupa una trincea nemica sul "Panettone" del Col di Lana. Durante
quell'attacco il sottotenente Alberti, guidando con coraggio la sua squadra, viene colpito da una
raffica di colpi, ma ciò nonostante continua ad incitare i suoi fanti ad avanzare. Prima dell'alba,
all'età di venticinque anni, Mario Alberti muore chiedendo notizie a chi lo sta assistendo,
sull'esito della battaglia.
L'encomio solenne che gli sarà attribuito, non riuscirà comunque a lenire il dolore e lo sconforto
della sua famiglia[3]:
"Guidò con ardimento il proprio reparto contro le trincee dell'avversario. Gravemente ferito, non
cessò d'incorare i propri dipendenti, dimostrando fermezza ed alto senso del dovere. Col di Lana, 2 - 3
agosto 1915."
A lui sarà intitolata la Banda musicale del suo paese.
NOTE
[1] L'attuale Blera, oggi in provincia di Viterbo.[2] Agli ordini di Giovanni Durando, comandante dell'esercito di Pio IX, 7.000 soldati pontifici erano penetrati in Veneto a copertura di Venezia. Dopo il ripensamento del Papa, deciso a ritirare le sue truppe, in molti passarono come volontari nelle file dell'esercito di Carlo Alberto.
[3] Suo padre si era nel frattempo malato e suo fratello Giovanni, tre anni più giovane di lui, s'era arruolato all'età di vent'anni come allievo ufficiale di complemento. Col grado di sottotenente era stato aggregato al 70° fanteria della brigata Ancona e all'inizio del conflitto si trovava distaccato in Val Visdende.