Torri Rodolfo
Capitano
60° Brigata Calabria
Nato il 7 maggio 1889 a Ronciglione (Roma)
Morto il 9 novembre 1915 sul Col di Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Con mirabile energia e cosciente ardire, guidò la sua compagnia in parecchi combattimenti. In uno
di questi, mentre, con grande slancio, trascinava i suoi uomini all'assalto, cadde colpito a morte.
Col di Lana, 9 novembre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Rodolfo Torri nasce a Ronciglione in provincia di Roma il 7 maggio del 1889 da Marino ed Emma
Federici. Di famiglia abbastanza benestante, essendo i genitori impiegati in attività commerciali,
dopo aver frequentato le scuole inferiori nel paese natio, Rodolfo si iscrive al ginnasio di Terni.
Ottenuta la licenza, pur senza trascurare gli studi liceali, si iscrive a Perugia al plotone
allievi ufficiali di complemento del 51° Fanteria della brigata
Alpi. Nominato sottotenente, viene
quindi destinato a Roma all'81° della brigata Torino.
All'inizio della guerra italo-turca, chiede di essere aggregato al 60° Fanteria Calabria per
partecipare alla spedizione in Libia dove, nominato sottotenente in servizio permanente, riceve un
encomio solenne: "Per il contegno calmo ed energico con cui condusse il proprio plotone durante
il combattimento e nel successivo ripiegamento sotto il fuoco nemico - Sidi Said, 20 aprile 1912"[1].
Al suo ritorno in Italia, si iscrive all'Università di Urbino alla facoltà di giurisprudenza e si
fidanza con la contessina Elelia Savini di illustre famiglia viterbese. Sebbene molto giovane, tra
il 9 e l'11 giugno del 1914, viene inviato a Forlì al comando di una compagnia mandata a sedare i
moti di protesta che saranno ricordati come "la settimana rossa".
Nel maggio del 1915 parte con la Brigata Calabria per la frontiera sulle Dolomiti, nell'alta Val
Cordevole ed in pochi mesi, per speciali distinzioni in diversi fatti d'arme, viene promosso prima
tenente e poi capitano. Scrive allora ai genitori: "... non vi preoccupate di me, la guerra si
fa coi feriti e coi morti, ed io sarò felicissimo di dare il mio contributo di energia e di sangue
per la sconfitta del nemico e per la maggiore grandezza della mia Patria diletta. Il padre di un
ufficiale non deve parlare così ..." alludendo alle continue insistenze del genitore che gli
raccomanda di non esporsi troppo nei pericoli.
Il 7 novembre, con un coraggioso attacco, i fanti riescono a raggiungere la cima del Col di Lana ma
poco dopo ne vengono ricacciati. Nuovi attacchi e contrattacchi si susseguono sanguinosi ed il
giorno 9 il capitano Rodolfo Torri muore colpito in fronte da un proiettile. Gli sarà attribuita la
medaglia d'argento al Valor Militare.
Il 3 luglio del 1917 l'Università di Urbino gli conferirà la laurea ad honorem.
NOTE
[1] La battaglia di Sidi Said, in terra libica, uno dei momenti culminanti della guerra italo-turca
combattuta dal settembre 1911 all'ottobre 1912.
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Nato il 7 maggio 1889 a Ronciglione (Roma)
Morto il 9 novembre 1915 sul Col di Lana
Decorazioni
Medaglia d'Argento
Con mirabile energia e cosciente ardire, guidò la sua compagnia in parecchi combattimenti. In uno di questi, mentre, con grande slancio, trascinava i suoi uomini all'assalto, cadde colpito a morte.Col di Lana, 9 novembre 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Rodolfo Torri nasce a Ronciglione in provincia di Roma il 7 maggio del 1889 da Marino ed Emma
Federici. Di famiglia abbastanza benestante, essendo i genitori impiegati in attività commerciali,
dopo aver frequentato le scuole inferiori nel paese natio, Rodolfo si iscrive al ginnasio di Terni.
Ottenuta la licenza, pur senza trascurare gli studi liceali, si iscrive a Perugia al plotone
allievi ufficiali di complemento del 51° Fanteria della brigata
Alpi. Nominato sottotenente, viene
quindi destinato a Roma all'81° della brigata Torino.
All'inizio della guerra italo-turca, chiede di essere aggregato al 60° Fanteria Calabria per
partecipare alla spedizione in Libia dove, nominato sottotenente in servizio permanente, riceve un
encomio solenne: "Per il contegno calmo ed energico con cui condusse il proprio plotone durante
il combattimento e nel successivo ripiegamento sotto il fuoco nemico - Sidi Said, 20 aprile 1912"[1].
Al suo ritorno in Italia, si iscrive all'Università di Urbino alla facoltà di giurisprudenza e si
fidanza con la contessina Elelia Savini di illustre famiglia viterbese. Sebbene molto giovane, tra
il 9 e l'11 giugno del 1914, viene inviato a Forlì al comando di una compagnia mandata a sedare i
moti di protesta che saranno ricordati come "la settimana rossa".
Nel maggio del 1915 parte con la Brigata Calabria per la frontiera sulle Dolomiti, nell'alta Val
Cordevole ed in pochi mesi, per speciali distinzioni in diversi fatti d'arme, viene promosso prima
tenente e poi capitano. Scrive allora ai genitori: "... non vi preoccupate di me, la guerra si
fa coi feriti e coi morti, ed io sarò felicissimo di dare il mio contributo di energia e di sangue
per la sconfitta del nemico e per la maggiore grandezza della mia Patria diletta. Il padre di un
ufficiale non deve parlare così ..." alludendo alle continue insistenze del genitore che gli
raccomanda di non esporsi troppo nei pericoli.
Il 7 novembre, con un coraggioso attacco, i fanti riescono a raggiungere la cima del Col di Lana ma
poco dopo ne vengono ricacciati. Nuovi attacchi e contrattacchi si susseguono sanguinosi ed il
giorno 9 il capitano Rodolfo Torri muore colpito in fronte da un proiettile. Gli sarà attribuita la
medaglia d'argento al Valor Militare.
Il 3 luglio del 1917 l'Università di Urbino gli conferirà la laurea ad honorem.