La resistenza su "Paul"
Aprile 1916
All'inizio della cresta meridionale del Sief (Corde de Cianabona) si protende una protuberanza
rocciosa (q.2387) attorno alla quale gli austriaci allestirono, in tutta fretta, una posizione di
prima difesa (il Grat-Stützpunkt). All'inizio era costituita da una mezza grotta con l'apertura
riparata da pochi sassi e sacchetti di terra; successivamente venne scavata anche una piccola
caverna. La posizione era anche nota come "Paul", con riferimento alla retrostante trincea in
costruzione che aveva assunto il nome di "Peter". Il posto era del tutto isolato e lontano circa
250 metri dalla linea principale e non disponeva di collegamento telefonico; il presidio era
costituito da 16 uomini del 165° Landstürm agli ordini di un cadetto, ed aveva l'ordine di
resistere ad oltranza.
Il primo scontro con gli italiani si verificò nella notte del 22 aprile e costò ai
difensori 3 morti e 4 feriti. Il giorno seguente il presidio ricevette il cambio ad opera della
5ª/165° Landstürm (alf. Petlicek). Aprofittando di una bufera di neve, lanciarono parecchie bombe a
mano contro le posizioni italiane, ma poi dovettero sostenere tre attacchi con preparazione di
artiglieria.
Nelle prime ore del pomeriggio giunse di rinforzo l'alf. Velan (Wellean?) con 12 kaiserjäger ed il
serg. Oppacher con una mitragliatrice, giusto in tempo per respingere altri due tentativi italiani
(alle 15.30 ed alle 17). Tale strenua resistenza valse all'alf. Petlicek la medaglia d'oro. Un
contributo fondamentale venne anche dagli artiglieri del I Battaglione da Fortezza
(Festungartillerie Brixen) che in quei giorni piazzarono 2 mortai da
305 (chiamati Max e Moritz) ed una batteria di obici
pesanti.
Il 24 aprile il sottosettore di confine 9A assume la seguente configurazione:
- Comandante: magg. Von Bilimek;
- Sottosettore Col di Rode: cap. Von Groller;
- Sottosettore Sief: cap. Demian;
- Sottosettore Sella del Sief: cap. Flick;
per un totale di 32 compagnie e 35 mitragliatrici (567 uomini).
Il 25 aprile il 165° Landstürm sostituiva il II/2° Kaiserjäger, il quale dopo 3 mesi
sul Col di Lana aveva perso circa 900 uomini.
Fino al 28 aprile le azioni furono sospese a causa del maltempo. Così racconta gli
eventi di quel giorno il ten. Poltzleitner:
"Il giorno 28 la nostra compagnia era sul Sief e tutto il giorno subì un fuoco terribile di
artiglieria. Al calar delle tenebre, le vedette che si trovavano sulla cresta annunciarono l'arrivo
degli italiani, e - poco dopo - dalla Cima Lana discese, in ordine sparso, un'intera compagnia.
Un'altra, proveniente dalla Rothschanze, saliva verso di noi. La debole 'Guardia della Cresta'
formata da 18 uomini li attese, nascosta dietro spuntoni di roccia, tenendo fra le mani i capi
delle corde che servivano a provocare l'accensione delle mine antiuomo.
A gruppi di tre o quattro gli italiani si avvicinavano a noi, saltando da una roccia all'altra come
scoiattoli e, in mezzo a loro, i nostri colpi provocavano vuoti improvvisi. Effettuammo, tutti
insieme, alcuni lanci di bombe a mano, e gli attaccanti superstiti si ritirarono velocemente verso
le loro basi di partenza."
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