Progetti italiani per l'inverno
Agosto - Ottobre 1916
Il 20 agosto 1916, per ordine del comando del IX Corpo d'Armata, il Capitano Andreoletti
raggiunse il settore Antermoia-Seràuta, trattenendovisi per alcuni giorni, allo scopo di studiare e proporre la
sistemazione invernale della zona stessa. Il Seràuta era, senza dubbio, una delle parti piú difficili del fronte
della Marmolada, sia per le condizioni del terreno sia per la delicatezza della situazione militare che si era creata.
Esso richiedeva urgenti lavori per una conveniente organizzazione difensiva e per la relativa sistemazione delle
truppe, soprattutto in vista dell'imminente stagione invernale. A sua volta, il vallone dell'Antermoia, che costituiva
la parte retrostante della prima linea del Seràuta, essendo sovraccarico di neve e molto soggetto a valanghe,
poneva un difficile problema da risolvere: quello delle comunicazioni con il fondo valle.
Secondo il capitano incaricato dello studio, in regione Antermoia-Seràuta avrebbero dovuto rimanere durante
l'inverno circa duecento uomini, compresi i due piccoli distaccamenti di collegamento, l'uno al Muge e l'altro
fra questa località e il fondo valle. Naturalmente, era indispensabile procedere al piú presto alla costruzione di
alcune teleferiche a motore, al fine di assicurare il trasporto dei materiali e degli approvvigionamenti. Inoltre si
sarebbe dovuto conservare alcune preesistenti teleferiche di circostanza, spostandole in località protette per quanto
possibile dalle valanghe, in modo da stabilire un collegamento fra i vari elementi difensivi della prima linea.
Urgeva anche ricavare un camminamento nella neve, un po' sotto il crinale della Forcella Seràuta, mentre tra questa
e il Muge era prevista la necessità di segnalare sulla neve una traccia di sentiero a lunghi zig-zag con paletti
colorati a ogni svolta, per facilitare l'orientamento in caso di nebbia o di forti nevicate.
Nella sua particolareggiata relazione al comando, il Capitano Andreoletti
suggeriva l'adozione di uno speciale tipo di ricovero, già sperimentato in modo soddisfacente in Regione Ombretta.
Esso era costruito con doppie pareti di tavole in legno con intercapedine di paglia ed era provvisto di un locale-anticamera
con stufetta che permettesse, all'occorrenza, di asciugare gli indumenti inzuppati dalla neve. La peculiarità della costruzione
consisteva in questo: che essa veniva, per cosí dire, infossata per due terzi nella neve, nella ghiaia o anche nella roccia,
in modo da essere defilata alla vista e al tiro, e protetta inoltre contro il vento e il gelo. A conclusione della sua
relazione, il capitano Andreoletti faceva presente la necessità di costituire per tempo depositi di viveri, bastanti per
due mesi, nonché una buona scorta di munizioni, indumenti e attrezzi di lavoro.
Il 10 settembre, Andreoletti aveva disposto che dal Rifugio
Ombretta si trasferisse al Seràuta il Sottotenente Rosso del 51°
Alpi, con ventidue uomini dei plotoni d'alta montagna, con il compito di
allestire le piazzuole per le teleferiche. Qualche tempo dopo, il 20 ottobre, seguiva con i suoi fidi alpini il Tenente
Bargellesi che, per la sua competenza e per le prove date in passato a Cima d'Ombretta e al Seràuta stesso, era l'ufficiale
meglio indicato ad assumere il comando di questa posizione. Essa risultava alquanto isolata dal resto del settore: ne era
separata dall'immensa parete sud della Marmolada. Basti pensare che per raggiungere il Seràuta (quota 3.000 circa),
dalla sede del comando (Rifugio Ombretta, a quota 2.100 circa) si doveva scendere a Malga Ciapèla (quota 1.400) per
risalire poi la Val Ciamp d'Arei e l'aspro vallone dell'Antermoia.
Il 20 ottobre, il comando del IX Corpo d'Armata dava disposizioni al Capitano Andreoletti
perché trasferisse quanto prima al Seràuta i tre plotoni d'alta montagna del 51°, coi quali sarebbe rimasto anche un
plotone della 12ª compagnia col Sottotenente Filipponi, mentre gli altri tre plotoni della compagnia, con il loro
comandante Capitano Chelli, dovevano raggiungere il proprio
reggimento a Malga Ciapèla.
Per accelerare i lavori di sistemazione della quota 3.065, il 22 ottobre furono inviati in regione Seràuta quarantacinque
alpini della 206ª compagnia con gli Aspiranti Bassot e Scarduzio.
Il giorno successivo li seguí il Sottotenente Mantovani con settanta uomini del I plotone d'alta montagna, destinato a sostituire
i reparti della 12ª compagnia del 51°.
Il giorno 24 il Sottotenente Enoch, col II plotone d'alta montagna, dava il cambio ad altri cinquanta uomini della suddetta compagnia,
di presidio all'Antermoia per i servizi di corvée, mentre i bersaglieri del nucleo da montagna del XVIII battaglione sostituivano
gli alpini nei servizi alle teleferiche di circostanza, lasciandoli disponibili per la difesa nelle trincee.
Una delle sezioni mitragliatrici del 3° bersaglieri al Seràuta era comandata dal sottotenente Carlo Delcroix, che con pochi
suoi soldati era intento a scavare una caverna-ricovero. Il Tenente Adami del genio dirigeva la squadra dei minatori specialisti
che preparavano piazzuole e caverne per l'artiglieria. Un altro ufficiale del genio curava l'apprestamento della stazione fotoelettrica.
Con il passaggio del sottosettore Seràuta alle dipendenze del Capitano Andreoletti,
questi nel settembre 1916 si trovò a sostenere le responsabilità di una forza di ben 42 ufficiali e 1.650 uomini.
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