I primi scontri

Maggio-Giugno 1915

I confini stabiliti nel 1866 avevano in tutti i casi favorito gli austriaci, tranne nella zona di Monte Piana: l'Italia aveva ottenuto una sorta di cuneo puntato verso Dobbiaco. Gli austriaci dal canto loro si pararono da tale minaccia trasformando il Monte Rudo in fortissima posizione di artiglieria. La muraglia di artiglieria era completata dalle batterie posizionate sul Col di Specie (sopra Pratopiazza) e sulla Torre dei Scarperi.

Monte Piana La zona di Monte Piana

Prima del 24 maggio la 96ª compagnia (cap. Rossi) del battaglione Pieve di Cadore occupa con 2 plotoni (s.ten. Annoni e Giordani) il tavolato del monte, un altro plotone (s.ten. Barbieri) si disloca in val Rimbianco ed un ultimo (s.ten. Pavoni) in Val Popena.
Il 23 maggio alle 19 l'imperial-regio ufficio postale di Landro venne informato telefonicamente che l'Italia aveva dichiarato guerra all'Austria-Ungheria. Nella notte le sentinelle austriache abbandonano i loro posti lungo la sommità nord del Monte Piana per portarsi a valle nelle linee difensive, e nel contempo distruggono tutti i sistemi viari. Lo stesso fanno gli italiani la mattina del 24 maggio: gli alpini danno fuoco alla Piano-Hütte, costruiscono trincee lungo l'orlo meridionale e mandano un plotone nei pressi della Piramide Carducci (che costituisce il posto italiano più avanzato, dato che mezza compagnia di alpini non era ritenuta sufficiente per occupare tutto il Monte Piana). Alle 8:38 (8:45 secondo altre fonti) la batteria di cannoni da 90 della Croda dei Rondoi (secondo Schaumann, per altri la batteria in questione era postata sul Monte Rudo) apre il fuoco sulla colonna dei portatori italiani che transitava per forcella Col di Mezzo ed uccide 2 alpini della 67ª (serg. Apigalli e alpino De Mario, i primi morti italiani sul fronte del Cadore). Dopo le 16 i proiettili iniziarono a cadere anche su Misurina, ma la maggior parte di essi cadde nel lago; questo era ancora ghiacciato ed i colpi austriaci contribuirono a sciogliere la copertura di ghiaccio.
Tutti gli alpini che si trovavano nella conca di Misurina, liberi dal servizio si precipitarono nei grandi alberghi della zona, perquisendoli da cima a fondo in cerca di spie; nella cabina del Grand Hotel trovarono però solo un migliaio di bottiglie dei migliori vini europei, dei quali peraltro fecero strage (in verità il vino venne pagato con un mese di paga dagli ufficiali alpini, più il contributo degli ufficiali del 55° fanteria).
Il 25 maggio iniziò a farsi sentire anche il forte di Landro con i suoi pezzi, ed il 26 maggio un obice da 105 dai fianchi del Bulla iniziò a battere Forcella Lavaredo, mentre Monte Rudo batteva Monte Piana. Il 27 maggio (il 25 secondo Berti) gli austriaci issano sul Passo Grande dei Rondoi un obice che inizia a battere il Monte Piana. In quei giorni la linea di Monte Piana (dalla Piramide Carducci allo strapiombo sul Vallon dei Castrati) era tenuta dagli alpini della 96ª. Questi effettuarono perlustrazioni di pattuglie in Val Popena e Val Rimbianco; il 1 giugno due nuclei di zappatori diedero fuoco alla Casera Rienza e con la gelatina interruppero il sentiero che da Carbonin portava a Forcella dei Castrati. Con i resti del ricovero austriaco distrutto venne realizzata una grande baracca.
Nella notte tra il 4 ed il 5 giugno, la 268ª del Val Piave diede il cambio alla guarnigione del cap. Rossi. Anche da parte austriaca il neo-arrivato maresciallo Goiginger richiese l'invio di rinforzi per un'azione sul Monte Piana, del quale aveva già riconosciuto la fondamentale importanza strategica.

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