Attacco italiano di agosto
11-15 Agosto 1915
L'attacco su Monte Piana avrebbe dovuto avere lo scopo di distrarre le riserve austriache dal resto
dell'azione italiana voluta dal gen. Fabbri.
Su Monte Piana erano schierati il 54° in Val Popena Bassa (con i rincalzi al Paludetto e la riserva
a Misurina) ed il 53° dal ciglio occidentale di Monte Piana al Vallon dei Castrati, in Val
Rimbianco, Sasso Gemello e Croda dell'Arghena (con le riserve a Forcella Alta e Bassa). Questo
reggimento avrebbe dovuto spingere pattuglie nei dirupi del versante occidentale per sorprendere
quei reparti austriaci che di notte si annidavano a tormentare le truppe italiane in Val Popena.
Ma il loro compito fu affidato a 10 volontari della 1ª/54° (serg.
Angeleri) che in buona misura
riuscirono nell'intento anche grazie all'osservatorio di artiglieria del Cristallino (t.col.
Baistrocchi).
La mattina dell'11 agosto, la 1ª/54° (cap. Rota) avanza fin sotto la cresta del costone
occidentale (che dallo strapiombo scende a Ponte de la Marogna) praticamente senza perdite, grazie
all'appoggio dell'artiglieria e là trova dei buoni varchi nei reticolati aperti dal geniere
Cassini.
Il plotone del s.ten. Croce arriva a 20
metri dalla cresta e l'artiglieria cessa opportunamente il tiro; ma gli austriaci si riaffacciano
e l'artiglieria è costretta a ritornare in azione per cacciarli definitivamente. La stessa buona
sorte tocca all'altro plotone (s.ten.
Villata) di prima ondata ed alle 12
tutto il costone è occupato (al costo di 3 morti e 28 feriti) mentre vengono catturati 40
kaiserjäger. "Parve che non due Reggimenti, ma due stati, due nazioni si contendessero quel
trincerone ormai tutto sconvolto, come una condizione assolutamente necessaria per la vita."
Nel pomeriggio dello stesso giorno i bavaresi contrattaccarono ma troppo debolmente e vennero
respinti dalla 3ª compagnia (cap.
Bergadani) e dagli appostamenti del
serg. Angeleri.
La mattina del 12 agosto alle 7 l'attacco viene rinnovato ma con la buona visibilità le batterie italiane e 2 plotoni della 3ª smontano l'impeto degli assalitori ed il plotone del serg. Pallais li costringe a ritirarsi lasciando sul campo 70 uomini. Nel frattempo a presidiare la linea conquistata vengono mandate anche la 9ª e la 10ª (t.col. Sora).
Nella notte gli austriaci si recano nelle vicinanze delle linee italiane a sparare fucilate e lanciare bombe (con l'intento di non lasciar riposare gli avversari); puntualmente la mattina del 13 agosto, kaiserjäger e standschützen sferrano un violento attacco. Nonostante la nebbia, il tiro in precedenza aggiustato sui varchi dell'artiglieria ( Baistrocchi), della fanteria ( Bergadani), e mitragliatrici scava profondi solchi tra gli attaccanti che avanzavano in formazioni dense per non perdere i collegamenti. Quelli che riuscirono a passare ingaggiarono dei furiosi corpo a corpo con i fanti del III; episodi di questo tipo vedono cadere il t.col. Sora ed il cap. Tosi, mentre si distinsero i soldati Barbetti e Puntel per avere causato gravi danni agli austriaci.
Lungo la linea attaccarono il serg. Monetti, i cap.magg. Sola e Borghi, ed il caporale Bizzoni con le loro squadre. Il 54° esaurisce le riserve e viene inviata di rinforzo una compagnia del 53° da Forcella Bassa (che perde il s.ten. Golzio); accorre perfino la 7ª/55° che era al Passo Tre Croci in riserva divisionale. Ma gli austriaci furono costretti ad interrompere l'azione per la mancanza di mezzi: a sera erano stati completamente respinti al prezzo di 44 morti e 64 feriti mentre da parte austriaca i morti sono più di 100.
Il fuoco dell'artiglieria italiana si attenua verso il 15 agosto; nello stesso giorno i kaiserjäger sono rilevati da due compagnie del 59° IR "Rainer".
Un altro attacco austriaco si verificò ad opera dei bavaresi il 26 agosto.
Il 28 agosto avviene un altro cambio e ritornano sul Monte Piana 2 compagnie di Landesschützen con un reparto di mitraglieri.
< Precedente Successivo >