L'inizio del conflitto
Maggio - Giugno 1915
Fin dal 1880 l'impero d'Austria aveva provveduto a chiudere tutti i valichi con l'Italia con delle
fortificazioni permanenti. Nel settore del Col di Lana vi era il Forte La Corte situato lungo la
strada delle Dolomiti all'altezza del torrente Ruaz. Era armato con 2 cannoni da 105
e 4 da 120 in cupola
d'acciaio, con blindatura resistente ai colpi dei calibri da 210 ed era inoltre munito di un grande faro
parabolico, in grado d'illuminare la zona circostante. Più indietro vi era lo sbarramento campale detto
"Tagliata di Ruaz", munito di ben 12 mitragliatrici
Maxim e
capace di resistere ai tiri dei 75.
Sul Col di Lana non vennero effettuati lavori in grande stile: si scavò una trincea a ferro di cavallo
(1,5 m di altezza per 1,7 m di larghezza) sulla cima e dietro ad essa una baracca che fungeva da riparo
per l'osservatore di artiglieria collegato telefonicamente con il Forte La Corte. Un'altra baracca da 20
persone fu costruita sul Cappello di Napoleone. I lavori più consistenti (reticolati, trincee e
camminamenti) vennero approntati sulla Sella del Sief, ove il pericolo di un'irruzione italiana sembrava
maggiore.
In ottemperanza alle direttive del gen. Marini (comandante del IX Corpo d'Armata) il 26 maggio alcune
compagnie del Val Chisone quali avanguardie dell'81°
Torino passarono il confine a Selva di Cadore.
All'alba del 28 un'altra compagnia dello stesso battaglione occupa il costone del Monte Porè che domina
Colle Santa Lucia, occupata a sua volta il giorno precedente dal III/51° Alpi.
Qualche giorno dopo il Val Chisone occupa Larzonei
ed alla fine del mese anche il costone nord-est del Porè e Prà Pontin. Verso la seconda metà del
mese di giugno saranno pronte le postazioni di artiglieria per i medi e grossi calibri che vennero
portati in posizione dalle truppe di fanteria che si trovavano a riposo (ad esempio il 59°
Calabria).
Il Monte Porè con i suoi costoni (Arch. Morell)