Attacco italiano al Costone di Agai
7 luglio 1915
Il nuovo comandante del IX Corpo d'Armata (gen. Segato)
diede inizio ad una serie di operazioni che avevano lo scopo di scardinare o aggirare le difese
austriache della Valparola. Lo sfondamento venne affidato alla 17ª Divisione (gen. Saveri) ed era
stato concepito per articolarsi in tre fasi distinte:
- consolidamento ai piedi delle alture;
- attraversamento della zona boscosa;
- conquista della linea di cresta.
L'attacco italiano è organizzato su tre colonne:
1. Colonna di destra (gen. Panicali): formata dal 45° Reggio, 2 battaglioni alpini e 2 batterie da montagna;
il suo obiettivo era penetrare il Val Travenanzes, occupare Cima Falzarego, il Passo Falzarego per
poi spingersi fino in Valparola e collaborare con la colonna centrale
2. Colonna di centro (gen. Ferrari): costituita dalla brigata
Torino con una sezione di una batteria da montagna,
partita da Malghe Castello (sopra Andraz) con obiettivo la Sella del Sief
3. Colonna di sinistra (gen. De Bernardis): con il 59° Calabria,
1 battaglione del 52° Alpi più due batterie da montagna,
deve appoggiare la colonna 2) ed occupare il costone che scende su Franza e Castello.
L'azione inizia il 4 luglio con il bombardamento di artiglieria, al quale partecipano anche pezzi pesanti da
149 e 210 (puntati
contro il Forte La Corte, ma uno di questi addirittura esplose dopo aver
sparato alcuni colpi). Tra il 7 ed il 15 luglio le colonne di destra e di centro non
ottennero risultati apprezzabili, per cui lo sforzo maggiore si concentrò sul lato sinistro.
Il 7 luglio le avanguardie della colonna 3) attaccano l'avamposto di Agai, difeso dal s.ten. Henke con
32 jäger della 4ª/II Jäger bavaresi e 136 tra gendarmi e guardie di finanza (secondo Schemfil il presidio era
costituito dal 1° e 2° plotone della 4ª/II Jäger bavarese, dal 1° plotone della 1ª/I Jäger bavarese, e da 130 uomini
degli standschützen marebbani e della gendarmeria, con due mitragliatrici della 206ª sezione). Ricorda il
Mezzetti
che: "L'avanzata, vista da lontano, appariva assai lenta e intervallata da lunghe soste. Avremmo voluto vedere
una valanga di fuoco abbattersi su quel bosco che sovrastava i nostri, e donde scaturiva per essi l'offesa mortale
alla quale nulla potevano opporre. Il fuoco di quei pochi pezzi da montagna, che con molta abnegazione si
affaticavano a battere qua e là il bosco ampio, denso, profondo, dava una sensazione d'impotenza. Provavo una
sconsolata delusione per lo scarso appoggio che quei fanti ricevevano da quelle artiglierie che, con tanta pena,
avevamo issato sulle loro postazioni. Eppure facevano quanto era possibile, ma erano ben poche, molto meno di quanto
potevamo supporre. Poco oltre Salesei l'avanzata si arrestò!"
Le prime pattuglie italiane vengono avvistate verso le 5 e le truppe a difesa si dispongono di
conseguenza. Il reparto del 59° che aveva raggiunto dei casolari presso Castello perse 5 uomini,
mentre la pattuglia bavarese che si era appostata presso il Col dell'Albierk (q. 1875) si ritirò
verso Col di Cenglei. Verso le 7 nei pressi di Andraz una compagnia italiana subisce un'imboscata:
"L'opposta sponda del torrente era apparsa, anzi, sgombra di nemici, quando improvvisamente
alcuni cecchini con pochi micidiali colpi di fucile abbatterono ufficiali e soldati che, sbucati da
un folto di alberi, si erano soffermati in una breve radura."
Stessa sorte tocca ad altre pattuglie verso le 9. Da allora fino a circa le 12, l'artiglieria
italiana batte Agai con shrapnell, poi colonne di fanti partono da Pieve (di Livinallongo) e Andraz,
dirette verso le postazioni avanzate austriache.
Il presidio austriaco invia allora 2 squadre (di circa 8 uomini ciascuna) una verso Pian (al
comando del brigadiere della gendarmeria Dolwit) e la seconda verso Pieve (serg. Weber della 4ª/II
Jäger bavarese); scendono inoltre due ulteriori squadre dalla Infateriestellung. Entrambe le
squadre riescono nel tenere lontani gli italiani ma verso le 18 giunge comunque ad Henke l'ordine
di lasciare gli avamposti e ritirarsi presso l'Infateriestellung, alla quale arriva verso le 2 del
giorno 8 luglio dove arriva lamentando 2 morti e tre feriti.
Pezzo italiano da 210 (Arch. Morell)
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