Quota 2250 del Costone Castello
19-22 ottobre 1915
Bloccata la duplice azione lungo i fianchi del Col di Lana, la soluzione individuata fu quella di
un attacco frontale proprio nel punto di massima resistenza. A tal fine si costituì fin dal
13 ottobre la "Regione Lana", al comando del t.col.
Garibaldi con a disposizione 1
battaglione del 52° Alpi, 2 compagnie del 59°
Calabria, 1 sezione mitragliatrici e la 2ª batteria
di artiglieria da montagna. Il compito era quello di attaccare simultaneamente e di sorpresa i 3
costoni ed occupare la linea Panettone - Collina di Mezzo - Cappello di Napoleone - q.2250 del
Costone Castello. Le disposizioni in tal senso furono molto chiare e meticolose.
Il 18 ottobre l'artiglieria italiana si risveglia e prende di mira la cima e
l'Infanteriestellung per tutto il giorno, provocando seri danni; tuttavia il Col di Lana non viene
attaccato, mentre lo sono (vanamente) il Col di Rode e la Sella del Sief, dando così l'impressione
che si stesse tentando un attacco ai fianchi.
Il 19 ottobre l'artiglieria italiana spara dalle 6 (le 9 per Viazzi) alle 11 e dalle 13
alle 18 per facilitare l'attacco delle fanterie. Il fortino di q.2250 era costituito da una trincea
(profonda circa 1 m) costruita attorno ad un cocuzzolo con 3 posti di vedetta. Il presidio era
costituito da 50 uomini (sostituiti ogni 24 ore) al comando di un sottufficiale. In ogni posto di
vedetta stavano 6 uomini più un graduato. Il collegamento con la Sella del Sief era costituito da un
sentiero che attraversava i pascoli della cosiddetta "Tavierna de Cianabona" ed il versante est del
Col di Lana; a protezione di questo sentiero vi erano diversi grovigli di filo spinato il cui
spessore giungeva fino anche a 2 metri.
Sul Costone Castello stavano la 9ª e la 12ª del 52° (cap. Raimondo): i plotoni di sinistra si
spinsero fino a 300 metri dallo sbarramento dei reticolati mentre le rimanenti truppe si disposero
nei punti prestabiliti per l'attacco, nell'attesa dell'ordine che giunse alle 22.50:
"In seguito agli accordi presi con il comando della brigata Calabria e il comando della brigata
Torino, è stato disposto quanto segue per l'attacco ed occupazione del Fortino austriaco di fronte
alle sue posizioni sul Costone Castello, e la facciata del Col di Lana che corre fra i detto
Fortino austriaco e le pendici del Monte Sief:
1) L'artiglieria del Monte Porè batterà con fuoco intenso il Fortino austriaco in questione e la
cima del Col di Lana dalle ore 11.15 alle ore 0.15 in punto. Il pezzo da montagna piazzato sul
Costone Castello aprirà il fuoco contro il Fortino sul Costone di Agai, "Cappello di Napoleone" e,
ad intervalli, cima Col di Lana.
2) Le fanterie alla sua dipendenza cominceranno l'attacco alle posizioni nemiche alle 12.15 in
punto, a seconda delle disposizioni da me date nel mio ordine di operazione del giorno 17. I
reparti che attaccheranno nel Vallone di Franza, saranno protetti alle spalle dal fuoco della 2ª
batteria.
3) Alle ore 0.15 in punto, l'82° fanteria attaccherà la cortina di Sief-Settsass ed ha ordine di
occupare queste posizioni a qualunque costo.
4) Una compagnia di rinforzo ha avuto ordine di partire da Salesei alle 21.30 per appoggiare questa
sua operazione. La S.V. disporrà che due plotoni di questa compagnia servano di rincalzo al plotone
che, partendo dalla destra delle sue posizioni, attaccherà il Fortino austriaco sul lato destro;
gli altri due plotoni serviranno di rincalzo al plotone che attaccherà il costone di Col di Lana
che scende con direzione cortina Sief-Settsass.
Questi sei plotoni hanno quindi come obiettivo: sul lato sinistro, l'occupazione del Fortino
austriaco; sul lato destro, lo sbarramento del vallone tra il Col di Lana ed il Sief. Sarà loro
cura mantenere contatto con le forze dell'82° fanteria."
In realtà l'azione dell'82° Torino non prese mai
corpo, nonostante nel pomeriggio del 20 ottobre lo stesso Garibaldi si fosse recato
presso il comando della brigata Torino.
I reparti del Costone Castello si erano portati fino dalle prime ore del 19 ottobre
sotto i reticolati, dove erano però stati obbligati a fermarsi. Nella prima giornata furono tentati
ben 5 assalti, tutti respinti dalle mitragliatrici del Costone del Sief. Alle 2.20 del
20 ottobre la dislocazione era la seguente:
- i cinque plotoni destinati all'attacco a poche decine di metri dai reticolati in posizione molto
critica e privi di comunicazione con la Ridotta La Marmora;
- altri tre plotoni nelle trincee avanzate;
- i restanti quattro plotoni nella trincea di resistenza e lungo il costone per mantenere il
collegamento con l'82°
Ricorda il Caetani, testimone diretto
degli eventi dal Costone di Agai:
"I reparti, lanciati all'attacco sulla sinistra, furono pressochè distrutti, ed i nuclei che
operavano sulla destra decimati dall'intenso fuoco di artiglieria.
Alle ore 16.30 del 21 ottobre il capitano Raimondo ordinava ai superstiti di ripiegare indietro a
sinistra, nel vallone: questo spostamento costò nuove gravi perdite al reparto attaccante. In tre
giorni, su questo maledetto costone erano rimasti fuori combattimento, tra morti e feriti, circa un
centinaio di uomini."
La posizione viene però rioccupata la notte per ordine dello stesso capitano Raimondo, che però
raccomandò agli occupanti di mantenersi in posizione più defilata rispetto alle batterie austriache
di Valparola. Il comando della Regione Lana fece intervenire l'artiglieria pesante (obici da
210). Durante la notte gli austriaci provano a
risistemare la posizione, ma alle 2 il lavoro si deve interrompere; alle 4 l'asp. Roilo e
l'appuntato Hobzeen ispezionano i posti di vedetta. Il giorno dopo continua il bombardamento
italiano che nel pomeriggio diviene tambureggiante: alle 16 l'asp. Roilo (che benchè ferito era
rimasto nella posizione) invia il seguente fonogramma: "Impossibile tenere la posizione", ma
per tutta risposta ottiene un "Resistete!".
Secondo Schemfil: "[...] quando il fuoco delle artiglierie cessò, l'assalto italiano non potè
più essere contrastato: sulla posizione erano rimasti soltanto i feriti!"
All'alba del 22 ottobre gli italiani iniziano a rafforzarsi sulla posizione appena
conquistata; il cap. Raimondo venne promosso sul campo dal comandante della 18ª divisione.
Il Cappello di Napoleone o Felsenwache (Arch. Morell)
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