La situazione

Giugno 1915

Nel settore nord-orientale della Marmolada (Fedaia) l'avanzata italiana, fin dal 24 maggio, si era svolta con decisione e regolarità. Meno pronto e rapido era stato il movimento nel settore sud-occidentale (Val S. Pellegrino) dove il 3° Bersaglieri avrebbe dovuto raggiungere la linea Costabella - Passo Le Selle Punta Allochet - Cima Juribrutto, il cui possesso avrebbe consentito la vigilanza sul non lontano Forte di Someda, in Val di Fassa, e l'interruzione della strada di Passo Vallès. Il Passo di S. Pellegrino era stato occupato senza opposizione il 29 maggio dal XVIII battaglione bersaglieri, che si trincerò subito presso il vecchio ospizio ivi esistente.
L'avanzata, però, si arrestò in quel punto, venendo così a mancare quella penetrazione nella Val S. Pellegrino prevista dal comando supremo nel suo piano strategico, la quale ci avrebbe assicurato, fin da quei primi giorni notevoli vantaggi. Il 29 maggio, il comando del battaglione Val Cordevole e la 206ª compagnia sostituirono, sulle posizioni dell'Uomo della Campagnaccia, la 266ª compagnia, trasferita in altro settore (Col di Lana). Il battaglione, così smembrato, ebbe il compito di tenere le posizioni dell'Uomo e di staccare numerosi posti di guardia sulle diverse forcellette che intaccano la lunga e dirupata cresta compresa tra il passo della Forca Rossa e il Sasso di Costabella.
Il comando superiore italiano si dovette, pertanto, preoccupare anzitutto della poca felice situazione tattica delle proprie forze in quel settore. Le pattuglie che dalle forcelle potevano spingere lo sguardo - nebbia e pioggia permettendo – nelle valli di S. Nicolò e Contrín, riferivano sull'intensa attività svolta dalle truppe austriache. Ebbe cosí inizio un periodo di vivaci azioni d'ambo le parti e la lotta lungo tutta la cresta montana della Costabella si fece piú serrata e intensa.

Il 12 giugno, un'audace pattuglia austriaca, inerpicatasi inosservata sulle rocce terminali della Cima Uomo (o Cima Tasca), apriva improvvisamente il fuoco sulle sottostanti posizioni dell'Uomo della Campagnaccia. Una pattuglia di alpini della 206ª compagnia venne subito inviata alla Forcella del Laghet per contrastare l'incursione. Gli alpini, raggiunta la posizione, con poche fucilate misero in fuga gli ultimi due austriaci che si erano attardati lassú.
Il giorno seguente, in accoglimento delle richieste avanzate dal comandante del battaglione Val Cordevole, il generale De Bernardis della brigata Calabria e nuovo comandante del settore Val Biois, disponeva il ritiro della 206ª compagnia, sostituendola con un reparto del 3º Bersaglieri.

Si andava nel frattempo studiando una qualche azione nel settore Costabella - Marmolada che bloccasse l'aggressività degli austriaci. Il 14 giugno, questi, validamente sostenuti dall'artiglieria, attaccarono con decisione i posti avanzati italiani della linea Mesolina Fedaia. L'attacco venne respinto, ma si ritenne utile il trasferimento in quel settore delle due compagnie del battaglione Belluno, che si trovavano in Val d'Ombretta. Il comando del IX CdA, al fine di "accertare la situazione e per dare maggior sicurezza alla nostra occupazione, assicurandole sbocchi in Val Contrín e in Val S. Nicolò", decise una puntata offensiva lungo tutta la dorsale compresa fra la valle del Cordevole e quella dell'Avisio.

Il 18 giugno veniva emanato l'Ordine di Operazione n. 9, in base al quale la 18ª Divisione doveva svolgere sulla destra, dal Passo della Fedaia al Sasso di Mezzodí (Monte Mesola) un'azione dimostrativa, mentre sulla sinistra si doveva tentare un'azione di forza verso le valli di Contrín e S. Nicolò. Le truppe della Val Biois, a loro volta, dovevano svolgere altra azione dimostrativa dal Passo Vallès verso la Val Travignolo, sferrando un attacco risolutivo sulla destra, in Val S. Pellegrino, al fine di occupare la linea Passo Le Selle - Monte Allochet. In sostanza avrebbero dovuto svilupparsi due azioni dimostrative alle due estremità del settore, e due azioni di forza al centro.
Il comandante della brigata Calabria affidò il compito di occupare il Passo di S. Nicolò al battaglione Belluno, mettendo a sua disposizione una metà della 206ª compagnia del battaglione Val Cordevole, due compagnia del 51° Alpi e una batteria d'artiglieria da montagna. Altre due compagnie del 51° sarebbero state dislocate di riserva a Malga Ombretta.
Per quanto riguarda l'attacco contro il Passo Le Selle, l'ordine di operazione prescriveva: "Metà della 206ª compagnia alpina avanzi, domattina, per la Cresta di Costabella, ricacci i gruppi nemici che ne occupano la cima, e occupi una posizione dalla quale possa battere Le Selle. Il 3° reggimento bersaglieri, per la direzione Uomo della Campagnaccia - altura di Allochet, attacchi Le Selle e, nello stesso tempo, proceda offensivamente verso Allochet (caseggiati) - Ciamp d'Orso, per impegnare le altre truppe avversarie appostate in Val S. Pellegrino". L'attacco sarebbe stato appoggiato da un gruppo del 33° reggimento Artiglieria da Campagna piazzato nella Campagnaccia, nei pressi del Lago delle Pozze e dalla 2ª batteria da montagna in posizione all'Uomo della Campagnaccia. Dell'azione in Val Travignolo e verso Cima Bocche fu incaricato il 60° Calabria, che impiegò in questa azione dimostrativa ben cinque compagnie. Nella zona della Fedaia il II/51° Alpi avrebbe svolto una contemporanea azione dimostrativa contro la Mesola (Sasso di Mezzodí).

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