Le gallerie del Castelletto
Primavera 1916
In aprile (dopo la visita del gen.
di Robilant, comandante della
4ª Armata), il lavoro viene affidato a 120 minatori suddivisi in turni di 25/30 uomini e della
durata di 6 ore, mentre la vigilanza ed il collegamento sono garantiti dal 2° e 3° plotone della
77ª più una sezione mitragliatrici sotto il Castelletto (i comandi vennero affidati ai s.ten.
Colle, Ravello,
Pieri coadiuvati dagli aspiranti
Benciolini e
Piovesana, mentre la sezione
mitragliatrici venne guidata dai s.ten. Girotto, Piacentini e
Ventani).
L'artiglieria ed i lanciabombe austriaci battevano le posizioni, provocando frane per cui gli italiani decisero di blindare le baracche con sacchetti di sabbia e di scavare un camminamento tra la Gran Guardia e le baracche dei minatori. Nel frattempo il lavoro procedeva di circa 5/6 metri al giorno. Verso la metà di aprile, Tissi propone al comando una seconda galleria che segua un percorso rasente al costone della Tofana e che sbocchi sul rovescio del Castelletto allo scopo di:
1. battere il rovescio della posizione;
2. ingannare gli austriaci riguardo il vero scopo;
3. costituire uno sbocco per le truppe avanzanti dopo lo scoppio della mina.
Anche Malvezzi, tornato dalla licenza, dimostrò di approvare l'idea, anche se non completamente d'accordo relativamente al punto 1. Per osservare meglio le posizioni austriache il Tissi si porta sul costone fino ad una distanza di circa 50/60 metri dalle posizioni austriache scalando il Camino dei Cappelli e costruendo nella posizione un baracchino per tre uomini.
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