Passo Cirelle e Cima Cadina
18 giugno 1915
Diversa sorte era toccata agli alpini della 206ª compagnia, inviati, con il Tenente
Tito Brida e il Sottotenente Giuseppe Camos
a operare con il battaglione Belluno, il quale se quel giorno
(18 giugno) non riuscì a raggiungere i suoi obiettivi, occupò per altro, alcune importanti posizioni.
Secondo il piano d'operazione, l'attacco doveva svolgersi nel modo seguente: "Sulla destra, e cioè dai passi di
Ombretta e Ombrettòla, tenuti da due compagnie del 51° fanteria, il battaglione Belluno avrebbe inviato la sua
77ª e 78ª compagnia, le quali con una compagnia di fanteria, dovevano scendere in Val Contrìn avendo come particolare
obiettivo la Contrinhaus. Sulla sinistra, dal fondo della Val Tasca, la 78ª e 79ª compagnia del Belluno, con mezza
compagnia (la 206ª) del Val Cordevole, e una compagnia del 51° fanteria, dovevano puntare per la forcella di Val Tasca
e il passo delle Cirelle sul Col Ombèrt e sul passo di S. Nicolò".
"Verso le ore 1,30, il Capitano Comolli, comandante
della 78ª compagnia, s'incontrò com'era convenuto, all'imbocco della Val Tasca sotto il passo delle Cirelle con gli
alpini della 206ª insieme a quelli della 79ª compagnia. Il volontario trentino Trappmann,
aggregato come guida al reparto del Val Cordevole, al fine di evitare che le due compagnie s'imbottigliassero nello stretto
e ripido vallone di Tasca, suggerí un altro passaggio che avrebbe consentito di puntare direttamente sul Col Ombèrt e sul
passo di S. Nicolò, dove risultava che il nemico aveva già da tempo approntato trincee blindate e ricoveri per una ottantina di persone.
I reparti, pertanto si separarono: la 79ª compagnia e la mezza della 206ª compagnia mossero verso il passo delle Cirelle
e lo occuparono, quindi proseguirono verso Cima Cadina, dove pure stabilirono un presidio. Nel frattempo gli alpini
della 78ª, risalita un'angusta valletta, s'impadronivano verso le ore 3, della Forcella Tasca.
L'attacco ebbe inizio all'alba su tre colonne: la prima aveva un compito di aggiramento e partiva dal Passo delle
Cirelle, la seconda dal Passo Ombrettòla e la terza dal Passo Ombretta; tutte avevano come obiettivo il Col Ombèrt
e la Contrinhaus. La marcia di avvicinamento venne iniziata con decisione e rapidità. Alle ore 4,30 la dislocazione
dei reparti era la seguente: il comando del battaglione Belluno si
trovava a Cima Ombretta, la 79ª e la mezza compagnia della 206ª al Passo delle Cirelle e Cima Cadina, la compagnia
di fanteria nella strozzatura a ponente del Passo Ombrettòla, e la 106ª compagnia nella stretta a nord-ovest del Passo Ombretta.
Alle ore 5,30 la nostra artiglieria apriva il fuoco sulla Contrinhaus e sui baraccamenti vicini. Il tempo non era molto
propizio: nebbia e nevischio rendevano disagevole il movimento dei reparti. Lo slancio iniziale venne ben presto bloccato
dalla pronta reazione nemica. Gli alpini si trovarono sotto il fuoco nemico, senza riuscire a localizzarne la provenienza.
La 78ª compagnia non riuscendo ad avanzare per i Lastei di S. Nicolò, attaccò le Pale e il Passo di Paschè, ma appena
i suoi uomini si calarono sulla piccola vedretta prospiciente la Forcella Tasca, furono fatti segno da una violenta
sparatoria, proveniente da tre diverse posizioni, ma in particolare da un appostamento tra il Col Ombèrt e la Cima Cadina.
Alcuni nostri tiratori scelti cercarono di proteggere l'avanzata dei compagni, che avveniva a balzi assai contrastati, ma non
furono di molto aiuto. Verso le ore 13 la situazione determinatasi era tale che la 78ª compagnia era obbligata ad arrestarsi,
mentre il nemico muoveva in forze al contrattacco.
Ai primi colpi, il Sottotenente Messeri del 51° fanteria, che conduceva l'attacco, fu visto barcollare - evidentemente
colpito - e precipitare lungo la ripidissima vedretta per poi sparire nel sottostante canalone. Gli alpini continuarono
l'azione, ma qualche attimo dopo anche il Caporalmaggiore Soppelsa veniva colpito a morte e l'alpino Fontanive gravemente ferito.
Il Capitano Comolli, vista la precarietà della situazione,
decise di sospendere l'attacco e fece ritirare i suoi uomini su posizioni meno esposte, in Val Tasca. Dispose però un attento
servizio di vigilanza sulle circostanti forcellette. Infine dopo una notte passata all'addiaccio, senza tende né coperte e
neppure viveri, e dopo un'altra giornata di trasferimenti, la 78ª compagnia raggiungeva il Rifugio Ombretta, riunendosi agli altri
reparti del battaglione.
La mezza compagnia della 206ª del Val Cordevole rimaneva a presidiare il
Passo delle Cirelle, al comando del Tenente Brida, ancora sofferente
per l'infortunio toccatogli durante l'azione".
In quella stessa giornata (18 giugno) nella zona della Fedaia, il 51° Alpi aveva
effettuato una vivace azione dimostrativa contro la Bambergerhaus e il monte Mesola (Sasso di Mezzodí). All'alba, dopo uno
scambio di fucilate fra le vedette austriache, l'artiglieria italiana iniziò il tiro contro le due posizioni austriache.
L'azione improvvisa provocò la fuga verso il bosco di una ventina di uomini, usciti dal rifugio semivestiti, e di un'altra
cinquantina dalle trincee del Mesola verso l'avvallamento retrostante. Poco dopo una compagnia del 51° fanteria mosse verso
il Passo della Fedaia e un'altra verso il monte Mesola. Raggiunti gli obiettivi prestabiliti, i reparti ripiegarono,
dato che si trattava soltanto di un'azione dimostrativa. Si ebbero però due morti e quattordici feriti.
Il 26 giugno il comando della 18ª Divisione disponeva che il settore della Val Biois venisse costituito dal
60° Calabria, dal Val Cordevole
e da tre batterie da campagna. Il 3° Bersaglieri veniva trasferito
a Cencenighe e destinato a un altro settore.
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